Il Centro di storia dell'ambiente

Il Centro di Storia dell’Ambiente promosso dalla Fondazione Luigi Micheletti è sorto sulla base di alcune semplici considerazioni:

a) la questione ambientale ha assunto nel corso del Novecento, e particolarmente negli ultimi decenni, una importanza crescente, sia su scala locale che planetaria;

b) essa è destinata ad assumere un rilievo ed una incidenza ancora maggiori, quali che siano le scelte che verranno adottate;

c) il processo di industrializzazione ha avuto ed ha un ruolo determinante nel configurare la dimensione attuale della questione ambientale;

d) la storia del rapporto industria-ambiente, ovvero tecnica-natura, è ad un tempo di innegabile significato quanto poco praticata, particolarmente per l’età contemporanea.

Tali considerazioni giustificano, a nostro avviso, un progetto di lungo periodo, un’attività continuativa di documentazione e ricerca destinata a diventare uno degli assi portanti del nostro istituto che riteniamo abbia i requisiti necessari per affrontare un campo di studi in buona misura inedito.
Per quanto riguarda la documentazione, le credenziali derivano dall’averla costantemente privilegiata, rispetto alla pur necessaria attività di promozione culturale, raccogliendo e sistematizzando una pluralità di fonti: archivistiche, bibliografiche, fotografiche, cinematografiche, ecc., sino a costituire un’autentica mediateca sul Novecento. In questo ambito un nucleo di particolare rilievo è costituito dai censimenti di archeologia industriale, incluse macchine e processi produttivi. A titolo indicativo segnaliamo che l’emeroteca della Fondazione raccoglie più di 11.000 testate, con una consistente presenza di collezioni di riviste tecnico-scientifiche. Le schede sul patrimonio storico-industriale (edifici e macchine) compongono una banca dati con molte migliaia di items.

Centro di storia dell'ambiente

Alla storia dell’ambiente in età contemporanea la Fondazione Luigi Micheletti ha cominciato a dedicare attenzione dagli inizi degli anni Novanta con una serie di seminari di taglio interdisciplinare e impostando le prime ricerche. Ricordiamo in particolare quella sull’Acna di Cengio (SV), i cui risultati sono stati parzialmente pubblicati nel volume Una storia ad alto rischio. L’Acna e la Valle Bormida, EGA, Torino, 1996; la storia dello stabilimento Caffaro di Brescia,pubblicata dalla Jaca Book di Milano; la prima fase del censimento delle industrie storiche italiane ad alto impatto ambientale.
Sul piano didattico, oltre che con iniziative di carattere locale, la questione ambientale è stata affrontata con il concorso nazionale La nuova “città del sole”, dedicato a prodotti multimediali di ogni ordine di scuola, promosso in collaborazione con il Museo dell’Industria e del Lavoro “Eugenio Battisti”, l’Associazione Internazionale per lo Studio delle Utopie (AISU), la Società Italiana per il Progresso delle Scienze (SIPS), l’Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente (E.N.E.A.)- Progetto Internet Scuola.

Il Centro di storia dell’ambiente, considerata la mole del patrimonio documentario in corso di acquisizione, ha trovato ospitalità in uno stabile di proprietà dell’Amministrazione Provinciale di Brescia, lo storico palazzo Martinengo Colleoni di Pianezza, tramite apposita convenzione con l’Assessorato alla Pubblica Istruzione, mentre anche il Comune, attraverso l’Assessorato all’Ecologia, ha garantito il suo sostegno. Sinora sono affluiti al Centro numerosi fondi a partire da quello di Vincenzo Cottinelli, pretore a Brescia negli anni ’70.

I principali fondi successivamente acquisiti sono:

- il fondo "Laura Conti", il cui inventario è consultabile nella sezione "Archivio" sul sito internet della Fondazione Micheletti, a cui è da aggiungere una biblioteca di 6.000 volumi;

- il fondo "Giorgio e Gabriella Nebbia", di imponenti dimensioni, - i soli materiali d’archivio ammontano a circa 450.000 carte-, di cui sono state inventariate le sezioni “Energia solare” e “Archivio Centrale di Stato” (complessivamente oltre 250.000 carte) consultabili anch’essi sul sito della Fondazione;

- il fondo "Eleonora Barbieri Masini", con materiali di grande interesse sull’attività del Club di Roma;

- il fondo e i materiali del lascito Giovanni Francia, pioniere nell’energia solare (impianto di S.Ilario – Genova);

- le carte donate al Centro da figure di spicco dell’ambientalismo italiano quali Enzo Tiezzi e Gianfranco Amendola;

- l’ampio fondo documentario di Riccardo Canesi (in particolare sulle lotte per l’ambiente a Massa Carrara);

- il fondo Pier Paolo Poggio (su Acna e Basso Piemonte);

- i fondi Raffaello Misiti e Giovanni Ricoveri, utili allo studio delle posizioni del Pci e del sindacato sulla questione ambientale.